Quando muore una persona, in diverse culture il caffè assume un ruolo importante. Con il suo colore nero riflette il mistero della morte, la solitudine del nulla. Ma berlo insieme, consola e richiama alla vita.
Scopriamo insieme il suo ruolo nei rituali funebri praticati in Siria, a Napoli e in Germania.
Il caffè in Siria è parte integrante di ogni cerimonia o interazione sociale. I momenti importanti sono sempre scanditi dall'offerta di caffè. Durante la veglia funebre, le donne parlano tra loro della persona defunta e preparano il caffè in caffettiere dal lungo becco ricurvo, finemente lavorate. Lo servono in piccole tazzine, senza zucchero. Il caffè amaro è un richiamo alla gravità del momento, alla tristezza della perdita. Gli uomini si siedono in cerchio e ascoltano in silenzio la lettura del Corano, da parte di un cantore. Un familiare serve loro il caffè per tre giorni.
A Napoli invece si pratica ancora l'antica usanza del "Cuonzolo": un piccolo presente portato a casa di coloro che hanno perso una persona cara, allo scopo di consolare e aiutare nel momento del dolore. La mattina del funerale, la famiglia del defunto riceva cibo e caffè. Questo per avere la forza di affrontare una giornata pesante e faticosa. È tradizione che, anche nei giorni seguenti, i vicini portino zucchero e caffè. Due beni che simboleggiano energia e vita. Hanno anche il vantaggio pratico di conservarsi a lungo.
Ma anche in Germania il rito funebre prevede il caffè. Si chiama Trauerkaffee, letteralmente "caffè del lutto". Viene organizzato dopo il funerale. Ci si trova per bere caffè e mangiare torta.
Dopo la gravità della cerimonia al cimitero, questo è un momento di respiro, più rilassato e conviviale. Si raccontano storie della persona defunta, si sorride ai bei momenti passati insieme.
Per tutte queste culture, e diverse altre nel mondo, anche nel momento più triste, il caffè rappresenta un simbolo di connessione. Un modo per comunicare la nostra vicinanza, il nostro non essere soli.